sabato 18 febbraio 2012

SINERGIE





Ecco bambini che lavorano insieme, per raggiungere un obiettivo: scrivere una storia, oppure capire le regole dell’ortografia, realizzare una maschera…







Stanno imparando insieme, mettendo in comune conoscenze e competenze, che si arricchiscono via, via di nuovi elementi.
Si tratta insomma di un vero e proprio apprendimento che avviene, per ogni bambino, in modo adatto al proprio ritmo di sviluppo.
Sviluppo che considera non solo le conoscenze e le competenze già maturate, non solo il livello presente, ma anche l'area di sviluppo prossimo.



In che cosa consiste esattamente la zona di sviluppo prossimale, ci viene spiegato , in maniera molto chiara e semplice, dal padre del concetto, lo psicologo russo Lev Semenovic Vygotskji:
"...questa disparità tra l'età mentale o livello di sviluppo attuale, che è determinato attraverso problemi risolti indipendentemente, e il livello che il bambino raggiunge nella soluzione di problemi non da solo, ma in collaborazione, determina l'area di sviluppo prossimo."

Successivamente lo scienziato precisa:
"...si è detto che in collaborazione il bambino può fare sempre di più che da solo. Ma dobbiamo aggiungere: non infinitamente di più, ma solo entro certi limiti, strettamente definiti dallo stato del suo sviluppo e dalle sue possibilità intellettive.
In collaborazione, il bambino è più forte e intelligente che nel lavoro indipendente, arriva a un livello superiore di difficoltà intellettive da lui risolte, ma vi è sempre una distanza, determinata da regole strette, che definisce lo scarto tra il lavoro indipendente e il lavoro in collaborazione...."

Il poderoso testo di Lev S. Vygotskji "Pensiero e linguaggio", sa fornirci analisi ancora attualissime sulle interazioni avvenenti tra didattica (nel senso dell'agire dell'insegnante) e neuroscienze (ovvero ciò che avviene nelle aree cerebrali specifiche).
Questi sono principi basilari che giustificano e supportano la nostra organizzazione didattica, poiché è importante sapere il perchè, meta-conoscere la ricaduta delle nostre azioni professionali, non solamente nel campo delle relazioni e della socialità (e non sarebbe poco!), ma anche nel campo specifico dell'apprendimento.

Tenere presente l'area di sviluppo prossimale di ogni bambino, costringe  noi insegnanti a pensare in maniera più specifica a quanto proponiamo,  ma soprattutto a come lo proponiamo, cercando di immaginare anche la nostra azione, il nostro essere, il nostro porci a loro, come uno strumento, un aggancio, un supporto costante per i nostri alunni che stanno sviluppando gradualmente le loro competenze.

1 commento:

  1. Grazie maestre per l'impegno che ci mettete tutti i giorni con i nostri figli .E' bello poter condividere insieme a voi alcuni momenti vissuti a scuola.

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