Ecco bambini che lavorano insieme,
per raggiungere un obiettivo: scrivere una storia, oppure capire le regole
dell’ortografia, realizzare una maschera…
Stanno imparando insieme, mettendo
in comune conoscenze e competenze, che si arricchiscono via, via di nuovi
elementi.
Si tratta insomma di un vero e
proprio apprendimento che avviene, per ogni bambino, in modo adatto al proprio
ritmo di sviluppo.
Sviluppo che considera non solo le
conoscenze e le competenze già maturate, non solo il livello presente, ma anche
l'area di sviluppo prossimo.
In che cosa consiste esattamente la zona di sviluppo prossimale,
ci viene spiegato , in maniera molto chiara e semplice, dal padre del concetto, lo psicologo russo Lev
Semenovic Vygotskji:
"...questa disparità tra
l'età mentale o livello di sviluppo attuale, che è determinato attraverso
problemi risolti indipendentemente, e
il livello che il bambino raggiunge nella soluzione di problemi non da solo, ma
in collaborazione, determina l'area di sviluppo prossimo."
Successivamente lo scienziato
precisa:
"...si è detto che in collaborazione il bambino
può fare sempre di più che da solo. Ma
dobbiamo aggiungere: non infinitamente di più, ma solo entro certi limiti,
strettamente definiti dallo stato del suo sviluppo e dalle sue possibilità
intellettive.
In collaborazione, il
bambino è più forte e intelligente che nel lavoro indipendente, arriva a un
livello superiore di difficoltà intellettive da lui risolte, ma vi è sempre una
distanza, determinata da regole strette, che definisce lo scarto tra il lavoro
indipendente e il lavoro in collaborazione...."
Il
poderoso testo di Lev S. Vygotskji "Pensiero e linguaggio", sa fornirci analisi ancora attualissime sulle interazioni avvenenti tra didattica (nel senso dell'agire dell'insegnante)
e neuroscienze (ovvero ciò che avviene nelle aree
cerebrali specifiche).
Questi sono principi basilari che
giustificano e supportano la nostra organizzazione didattica, poiché è
importante sapere il perchè, meta-conoscere la ricaduta delle nostre azioni professionali,
non solamente nel campo delle relazioni e della socialità (e non sarebbe
poco!), ma anche nel campo specifico dell'apprendimento.
Tenere presente l'area di sviluppo prossimale di ogni
bambino, costringe noi insegnanti a
pensare in maniera più specifica a quanto proponiamo, ma soprattutto a
come lo proponiamo, cercando di immaginare anche la nostra azione, il nostro
essere, il nostro porci a loro, come uno strumento, un aggancio, un supporto
costante per i nostri alunni che stanno sviluppando gradualmente le loro
competenze.
Grazie maestre per l'impegno che ci mettete tutti i giorni con i nostri figli .E' bello poter condividere insieme a voi alcuni momenti vissuti a scuola.
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